CONTRIBUTO DELLA LEGA CONSUMATORI PER LA
II CONFERENZA NAZIONALE DELLA FAMIGLIA
–STORIA E FUTURO DI TUTTI
Noi apprezziamo il contributo delle Acli che parte con l’affermazione della famiglia come bene comune e pone l’accento sulla Grande Crisi economico-finanziaria che dall’autunno 2008 produce pesanti ricadute sulle persone e sulle famiglie e provoca un pesante processo di impoverimento nel Paese.
In Italia , con i parametri Istat sono povere 2 milioni e 657 mila famiglie, il 10,8% di quelle residenti in Italia cioè 7.810.000 residenti pari al 13 % della popolazione
La povertà si distribuisce nel paese in modo diseguale: Nord - 4.9, Centro - 6,7, Mezzogiorno - 23,8 %. Il dato sociale drammatico è che la povertà relativa nel Mezzogiorno è quasi 5 volte superiore a quella del resto del paese.
Sono coinvolte soprattutto le famiglie formate da una coppia (specie anziana), il 19,6%. Le più colpite sono le famiglie con 3 o più figli a carico di età inferiore ai 18 anni che salgono al 27.2% e nel Mezzogiorno esse arrivano al 38,8%..
Tale fenomeno di impoverimento va interpretato in rapporto alla gravità e profondità della Crisi che vede il nostro paese alle prese con una forte perdita di competitività, in crisi di produttività, gravato di un pesante debito pubblico e pertanto costretto comunque a contenere la spesa pubblica e sociale.
Una importante ricerca alla quale
la Lega Consumatori ha partecipato ha dimostrato la progressione con la quale le famiglie hanno visto peggiorare la propria condizione economico- sociale.
In un ordine crescente di difficoltà e preoccupazione nel far fronte alle spese famigliari si parte dalla spesa alimentare, alle spese per l’abbigliamento, alle tariffe per le utenze domestiche, alle spese condominiali, all’affitto e al mutuo, al rimborso dei prestiti.
1) L’impoverimento delle famiglie come emergenza nazionale
In questo quadro che configura una reale questione sociale nazionale, le famiglie non possono fare affidamento su un aiuto da parte delle istituzioni se prevalgono gli interventi di riduzione della spesa pubblica indifferenziati e ciechi, anzi le famiglie povere sarebbero destinate a soffrire dei tagli delle risorse sui servizi pubblici locali, in particolare sugli asili nido, la scuola i trasporti pubblici.
La natura della Grande Crisi chiede che per uscirne la prima scelta strategica da compiere è quella di impedirci di ripetere i percorsi che l’hanno provocata, per uscirne vanno costruiti percorsi necessariamente nuovi, bisogna cambiare i paradigmi dello sviluppo. Le stesse famiglie sono chiamate a ragionare non solo in chiave di consumi consapevoli ma sempre di più in chiare di programmazione degli acquisti e di consumo sostenibile ne solidale.
Una linea strategica che per uscire dalla crisi occorre cambiare i paradigmi dello sviluppo coinvolge necessariamente le responsabilità della programmazione e della gestione della spesa pubblica, in un quadro nel quale per forza di cose deve essere contenuta.
Essa va liberata dagli impieghi che non producono beni, ma sprechi, doppioni, corruzione, dispersioni, realtà superflue e non essenziali. La spesa pubblica va pertanto finalizzata a obiettivi di valore primario e la famiglia è il primo di questi.
Questa strada non è né velleitaria né utopistica ma concretamente possibile in tutti i campi di declinazione della spesa pubblica.
2) La strada obbligata della austerità può avere successo a condizione che coinvolga direttamente il soggetto famiglia nelle sue espressioni associative
Perché sia percorsa in modo celere ed efficace conta il ruolo delle forze politiche e delle istituzioni, se sostenuta però dalla partecipazione diretta , responsabile dei soggetti sociali: le famiglie.
Infatti costruire l’uscita dalla crisi combattendo la povertà con uno sviluppo fondato su nuovi paradigmi esige una azione basilare di informazione e di educazione che rende indispensabile l’intervento diretto della famiglia come soggetto sociale, in grado di recare valore aggiunto alla società, specie se si esprime con forme moderne di aggregazione culturale, sociale e politica.
3) Andare oltre la politica dei tagli orizzontali della spesa pubblica per risparmiare innovando è possibile.
Un primo esempio: la spesa pubblica è fortemente impegnata dalla spesa sanitaria: l’ obiettivo necessario di contenerla può essere scientificamente e concretamente perseguito puntando prioritariamente sulla promozione della salute, con la prevenzione e con una educazione capillare sul risparmio a partire un primo luogo dall’uso dei farmaci .
Questo naturalmente come accompagno in un percorso di contrasto alla malasanità, agli sprechi e alla garanzia di una assistenza sanitaria pubblica efficiente specie a fronte di preoccupazioni famigliari insorgenti , visto che fra i portati del processo di impoverimento familiare la famiglia vive crescenti difficoltà a ricorrere a visite specialistiche.
Il coinvolgimento sociale della famiglia costituisce la scelta necessaria per qualificare, in un quadro obbligato di risorse contenute, gli interventi sulla scuola in ogni ordine e grado. Solo con tale coinvolgimento la difficoltà strutturale pesante portata dalla crisi può evitare di incidere negativamente sui livelli qualitativi scolastici ma divenire opportunità di crescita personale, famigliare e civile di tutti i soggetti protagonisti del progetto educativo.
4) Nel percorso obbligato di restrizione della spesa pubblica la scelta prioritaria deve essere la conservazione e il miglioramento delle soglie dei diritti universali.
I diritti universali in chiave etica hanno come scopo l’offerta di condizioni di vita dignitose per la persona e la famiglia, in chiave civile sono diritti quali alla istruzione, alla comunicazione, alla mobilità, alla salute che sono garantiti indipendentemente dalle capacità economiche degli utenti
( persone e famiglie) per la loro rilevanza nella collettività, assunti a carico del potere centrale con le risorse fiscali, offerti gratuitamente o a prezzi contenuti.
Con la politica attuale di riduzione della spesa pubblica essi sono esposti ad un attacco silenzioso quanto pesante con conseguenze fortemente negative sulle famiglie popolari.
Si
tratta di un attacco in atto con conseguenze evidenti nel campo della scuola e della mobilità. Per la prima è in atto una presa di coscienza diffusa e la reazione di diversi soggetti sociali,
per la mobilità se da una parte è in atto un grande processo di modernizzazione con lo sviluppo della rete di alta velocità, dall’altra e in stridente contrasto con la prima il livello di servizio universale è a rischio, i trasporti locali e regionali infatti peggiorano
con riduzione delle corse, ritardi, disservizi , mancanza di pulizia dei treni. Questo è pagato pesantemente dalla famiglia, per in genitori pendolari per il lavoro , per
i figli pendolari per la scuola.
In chiave, etica sociale e civile il tema dei diritti universali non può fermarsi qui, c’è la comunicazione, c’è il diritto alloggio, alle utenze, quelli coinvolti dai servizi pubblici locali per stare al raggio d’azione di una aggregazione consumerista come
la Lega Consumatori.
5) L’Esperienza dei Bonus e dell’utilizzo dell’’ISEE
L’esperienza di consulenza pratica prestata ai cittadini dalla Lega Consumatori dalla riduzione del 50% del canone Telecom, ai buoni energia , al bonus casa, al bonus bebè, al fondo nuovi nati, fino al rimborso del canone Rai per gli ultrasettantacinquenni ci ha fatto sperimentare ampiamente il modello ISEE : Sul percorso abbiamo incontrato le difficoltà connesse alla esiguità dei redditi di soglia, oltre i quali non c’era possibilità di accesso ai bonus ed inoltre oggettivi difetti di funzionamento che finivano per penalizzare oltre tutto le famiglie più numerose. L’Isee è certamente uno strumento utile per misurare i mezzi di cui dispone la persona e la famiglia ma, come chiede il Forum delle Associazioni Familiari esige di essere ampiamente riformato.
L’esperienza condotta infatti ha ampiamente dimostrato che troppe persone in condizioni di bisogno reale non sono riuscite ad accedere alle varie misure di bonus
6) Passare dalle fase degli “aiuti” provvisori alla fase degli aiuti stabili definiti in maniera giusta.
Siamo partiti con i dati della povertà in Italia, abbiamo sostenuto che dalla crisi non si esce che con nuovi paradigmi di sviluppo, contro la povertà familiare gli aiuti provvisori come i bonus e gli una tantum, certo sono utili ma non sono risolutori.
La via di cambiamento di paradigma è l’adozione del sistema delle Deduzioni Familiari Corrette (DFC) anche come misura di sussidiarietà effettiva . Lo Stato lascia alle famiglie, oppure versa per le famiglie più povere, le risorse che sono necessarie per crescere i figli “evita che queste famiglie scendano sotto la soglia di povertà nel caso che scelgano di avere più di due figli
e accresce la loro libertà di scelta nell’accesso ai servizi di istruzione e di Wellfare.” L’introduzione di queste innovazioni non è complicata. Si tratta di introdurre una deduzione sul reddito imponibile per un importo determinarsi per ogni figlio a carico, indipendentemente dalle categorie professionali e reddituali, Si tratta di misura che necessariamente va corretta o integrata per tutelare i redditi medio-bassi e le famiglie incapienti. La correzione avviene introducendo la categoria della “tassa negativa sul reddito” cioè una misura con la quale lo stato trasferisce alla parte di deduzione non godibile perché eccedente in carico imponibile . In questo modo le famiglie che stanno intorno o sotto la soglia di povertà verrebbero AIUTATE IN MANIERA GIUSTA E STABILE.
7) Puntare sul federalismo fiscale introducendo misure di tariffazione locale family friendly
I servizi pubblici locali riguardano una rosa ampia di servizi che interessano da vicino la famiglia.
Essi sono nel mirino della stretta finanziaria è tuttavia conservano ambiti di agibilità importanti.
Essi offrono in base ad una normativa chiara: l’art. 2 comma 461, della legge finanziaria 2008 una concreta base di coinvolgimento delle associazioni dei consumatori e pertanto delle aggregazioni familiari nella definizione delle tariffe, nel monitoraggio della erogazione del servizio, nella definizione e nella gestione delle carte della qualità dei servizi.
E’ un campo nel quale le regioni e i comuni possono costruire proposte di “quoziente famigliare”.
Per
la Lega Consumatori viene così a delinearsi un campo strategico di partecipazione civica con e per le famiglie .